India
Chi non ha sognato un viaggio in India, tra mucche, sadu, palazzi, derelitti, colori gialli e rossi accesi ? Forse ora il disincanto per le cose già viste, oppure il rinnovamento della nuova era hanno cambiato un poco il volto di questo paese tanto amato. Quando arrivi in città, la baraonda ti avvolge e ti aspira in una danza che stordisce e incanta tra suoni, strilli e rumori non più nuovi. Alla novità e allo stupore fanno posto la familiarità, il ricordo di sensazioni care e conosciute. La percezione della vita che palpita veloce e genera emozioni che conducono a casa. Lo spettatore attento trova ristoro in questa terra di miseria e opulenza. L’ India ti accoglie così. Festosa e odorosa tra sguardi attenti e intriganti, con l’ invito a cercare dentro il particolare. Come se tutto fosse novità e nulla mai scontato. La capacità di sapersi meravigliare del conosciuto trasporta nel qui ed ora come in un rito sciamanico dove traffico rumore e caos sono i catalizzatori della percezione sinestetica. La mente si ferma assieme ai bisogni, la misura i giudizi, le categorie e i pensieri. Siamo qui, il futuro deve ancora arrivare e il passato non è più. Solo la presenza agisce, assieme alla “quietudine” dell’ essere che si manifesta, ricuce e riannoda il contatto con l’interiorità.